Eritrocitosi: che fare?

Siete di fronte ad un caso di aumento evidente dell’ematocrito (eritrocitosi) e non sapete che fare? Vi proponiamo questa settimana un algoritmo diagnostico per la ricerca delle cause di eritrocitosi nel cane e nel gatto. Questa condizione, anche definita inappropriatamente policitemia, può riconoscere diverse cause: con una procedimento diagnostico ragionato per step successivi è solitamente agevole arrivare ad una diagnosi eziologica (nella foto a lato un gatto policitemico con evidente iperemia del tartufo).

 

1° step: escludere cause fisiologiche (es. Levrieri o cani che vivono in altura)

 

2° step: escludere una eritrocitosi relativa: questa è la causa più comune in ambito clinico, ed è dovuta ad una emocroncentrazione per perdita di liquidi (es. come conseguenza di vomito, diarrea, PU/PD, ecc.). La valutazione clinica (presenza di mucose asciutte, cute anaelastica, TRC allungato), la possibile iper-proteinemia ed aumento di altri analiti (es. Sodio, cloro, azotemia) e la rapida correzione con la fluidoterapia permettono di diagnosticare facilmente questa situazione

 

3° step: escluse le prime due cause, allora siamo di fronte ad una eritrocitosi assoluta. Questa può dipendere da poche cause cliniche:

 

A) Endocrinopatie come Cushing nel cane ed ipertiroidismo nel gatto: si tratta tuttavia di eritrocitosi di entità modeste e la diagnosi è basata sui riscontri clinici e gli appropriati test endocrini

 

Le cause successive possono invece essere responsabili di eritrocitosi molto marcate, con valori di ematocrito anche superiori a 70-80%.

 

B) Eritrocitosi secondaria assoluta appropriata: dipende da una ridotta PaO2 cronica con conseguente iperproduzione adeguata di eritropoietina (EPO). E’ causata da gravi problemi cardiopolmonari (es. cardiopatie congenite nei pazienti giovani, fibrosi polmonare, ecc). L’esecuzione di un emogas arterioso e di una diagnostica per immagini approfondita del torace sono essenziali per la diagnosi

 

C) Eritrocitosi secondaria assoluta inappropriata: non dipende da una ridotta PaO2 ma da condizioni che conducono ad una inappropriata produzione di EPO quali neoplasie renali, masse para-renali neoplastiche e non, oltre che rari tumori che sono in grado di produrre EPO in maniera ectopica. Anche in questo caso l’esecuzione di un emogas arterioso e di una diagnostica per immagini approfondita dell’addome è essenziale

 

D) Policitemia vera (eritrocitosi primaria): è una neoplasia ematopoietica cronica che colpisce la linea degli eritrociti e conduce a una continua ed eccessiva produzione di globuli rossi. Questa diagnosi è raggiungibile solo dopo esclusione di tutte le precedenti cause

 

Infine è necessario sfatare alcuni miti sul procedimento diagnostico: innanzitutto l’utilità della misurazione dell’EPO che ha valore questionabile per problemi analitici ma anche per la notevole sovrapposizione dei valori di EPO tra le varie forme di eritrocitosi. Molti richiedono l’esame del midollo osseo in questi casi, convinti che possa permettere una diagnosi definitiva: purtroppo i riscontri citologici sono sovrapponibili tra le varie forme e la procedura è quindi di scarsa utilità.

 

Vi alleghiamo un PDF con un riassunto schematico di quanto esposto sopra.

Buona lettura, Walter Bertazzolo

 

 

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