La colinesterasi misurata nel siero è un enzima più correttamente descritto come “pseudo-colinesterasi” o “butirril-colinesterasi”, per distinguerla dalla colinesterasi presente a livello di placca neuromuscolare, con la quale condivide la medesima capacità enzimatica. Viene prodotto a livello epatico, pancreatico ed intestinale. In medicina veterinaria è conosciuta più che altro per la possibilità di diagnosticare un avvelenamento da esteri fosforici e carbammati, a causa dei quali la sua attività sierica si riduce in maniera molto marcata. Tuttavia ci sono altre condizioni cliniche in cui questo enzima può dare informazioni cliniche utili.
1) Cause di diminuzione:
a) Avvelenamenti da carbammati e organo-fosforici: sono tossici in grado di bloccare l’attività enzimatica di colinesterasi e pseudo-colinesterasi
b) Gravi patologie enteriche con malassorbimento (es. Enteropatie proteino-disperdenti): in questo caso è l’epitelio intestinale che produce meno enzima
c) Insufficienza epatica grave: allo stesso modo in corso di gravi epatopatie non cirrotiche con insufficienza, l’enzima vi è una ridotta produzione epatica di enzima (es. Shunt, epatiti fulminanti)
2) Cause di aumento - Numerose cause possono indurre una iper-produzione o rilascio di colinesterasi:
a) Vari tipi di epatopatie: lipidosi, cirrosi, epatiti croniche con fibrosi, ecc.
b) Trattamenti farmacologici: cortisonici, barbiturici
c) Endocrinopatie: diabete mellito, iperadrenocorticismo e ipotiroidismo
d) Stati iperplipemici
e) Pancretite
f) Neoplasie (es. Linfoma con infiltrazione epatica)
Da nostre personali osservazioni non pubblicate, abiamo notato come spesso aumenti in corso di linfoma con infiltrazione epatica e in corso di ipertiroidismo felino. In quest’ultima disendocrinia, i livelli di colinesterasi tendono poi a rientrare nei limiti di normalità a seguito del trattamento.
Giuseppe Menga & Walter Bertazzolo