Scopriamo i segreti dell'emocromo MyLav - Parte 2^

In questa seconda puntata relativa all'analisi dell'emogramma MyLav, ci occuperemo degli indici eritrocitari. Avrete notato che nei nostri emocromi, oltre ai classici MCV, MCH ed MCHC, vi sono altri due indici dal significato apparentemente "oscuro": il CH ed il CHCM. Cosa sono?

Il sistema ADVIA determina due gruppi di indici eritrocitari, in base a come l'emoglobina è stata misurata (vedi a tal proposito la prima puntata relativa a questo argomento). 

1) Indici eritrocitari classici: sono determinati come in altre comuni contaglobuli ad impedenza o laser, mediante la misurazione diretta del volume eritrocitario medio (MCV) e dell'emoglobina totale. Si possono così calcolare anche l'MCH (contenuto emoglobinico corpuscolare medio) e l'MCHC (concentrazione emoglobinica corpuscolare media).

2) Indici eritrocitari aggiuntivi: questi indici sono specifici solo di ADVIA e sono derivati dall'MCV e dal valore di emoglobina intracellulare: CH (contentuo emoglobinico cellulare medio) e CHCM (concentrazione emoglobinica cellulare media) sono infatti i corrispettivi dei sopra citati MCH e MCHC, ma determinati considerando solo l'emoglobina contenuta negli eritrociti.

Che differenza c'è allora tra MCH e CH? e tra MCHC e CHCM?

In teoria non c'è differenza e il significato clinico delle loro alterazioni è lo stesso, così come il loro utilizzo per discriminare le varie forme di alterazioni eritrocitarie (macrocitosi, microcitosi, ipocromia, ipercromia, ecc.). Tuttavia, siccome CH e CHCM vengono derivati dalla reale emoglobina intra-eritrocitaria, sono molto meno influenzati da fattori quali emolisi e lipemia, che comunemente sono cause di incrementi artificiosi di MCHC (ipercromia).

Walter Bertazzolo

MYLAV s.r.l.u.

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